LE QUINDICI "CASSE"

Le "casse" sono espressione di una cultura figurativa che vuole rivolgersi al popolo dei fedeli.
Questa forma espressiva si sviluppa in consonanza con il programma controriformistico, che si propone di offrire ai fedeli immagini capaci di indurre alla meditazione dei misteri cristiani anche attraverso una suggestione emotiva, come avveniva nelle rappresentazioni medievali. Le "casse" savonesi furono introdotte per sostituire le sacre rappresentazioni. E' però il gusto barocco per i grandi spettacoli, sia religiosi che profani, l'elemento dominante che conduce alla realizzazione di opere di alto livello artistico. I committenti delle "casse" erano le Confraternite, le quali infatti, chiedevano agli scultori che i gruppi lignei sapessero colpire quanto più possibile la sensibilità dei fedeli e dimostrassero, nella grandiosità o ricchezza dell' esecuzione e nel prestigio dell'autore, l'importanza dell'Oratorio .
Le "casse" compongono l'intero racconto della Passione, selezionando gli episodi essenziali e i più drammatici. Fra i caratteri comuni delle "casse" processionali savonesi spicca fra tutti la loro evidente teatralità che coinvolge i gesti e gli atteggiamenti dei personaggi rappresentati, quasi a fissare nella sua pregnanza espressiva un momento culminante del dramma, in cui il suo esplicito significato è espresso con una gran profusione retorica. Se il teatro resta il riferimento più immediato e rileva il legame con la cultura barocca che le "casse" manifestano, bisogna rimandare alla pittura, per intendere "l'invenzione" e la composizione dei gruppi, anche dove un modello figurativo non sia stato esplicitamente identificato. Questi due richiami: alla teatralità e alla pittura, rendono comprensibile una peculiarità di queste sculture, ossia la loro assoluta frontalità.

La materia di cui sono costituite le casse è il legno, un materiale che consente la raffigurazione di certe qualità espressive e che garantisce la possibilità di trasportarle. Alla scelta del legno è infatti strettamente legato quel realismo espressivo su cui contavano gli artisti per garantire la presa emotiva dell'opera e di cui la cromia, solitamente curatissima, costituisce una parte essenziale. Pertanto, proprio come in un teatro secentesco, noi riconosciamo innanzitutto fra i personaggi rappresentati dei "tipi" identificabili attraverso caratteri precisi: primi tra tutti gli sbirri, i carnefici, dalle facce nere e irsute, i capelli sconvolti dalla loro stessa violenza, i ghigni diabolici, a suscitare nello spettatore una sorta di ribellione morale a quella violenza che si commenta da se. In contrapposizione le figure dolenti , patetiche, sofferenti fino alle lacrime di Cristo e della Madonna.
Nei gruppi lignei si concentra la forza drammatica nel realismo dei volti per trasformare l'azione nell'evidenza ostentata, ma composta e elegante del gesto teatrale.
I gruppi lignei, protagonisti della processione del Venerdì Santo, si connotano non solo come opere d'arte di particolare pregio, ma anche come veicoli di un significato culturale intensamente sentito dalla cittadinanza.
Le casse processionali costituiscono il "fulcro" di una manifestazione d'altri tempi che consente, ai fedeli e non, di rivivere una sorta di Via Crucis itinerante lungo le vie della città.

Tali opere infatti, sono state concepite con la duplice finalità di colpire la sensibilità dei credenti e di divenire mezzo di ostentazione dell'importanza della confraternita che le custodiva.
La produzione più significativa dei gruppi lignei della processione del Venerdì Santo si colloca in uno spazio temporale relativamente breve, tra la fine del Seicento e i primi decenni del Settecento.
La motivazione principale di questa fioritura si può individuare in una fase di particolare prosperità attraversata dalle confraternite savonesi, che iniziano a destinare gran parte dei loro introiti per il rinnovamento degli apparati degli oratori.
Grazie a questa positiva contingenza iniziano ad essere commissionate, quasi a gara, le casse processionali di maggior valore intrinseco, che vengono a costituire l'intera vicenda della Passione di Cristo, rappresentandone gli episodi più drammatici.
I gruppi lignei savonesi risultano accomunati da un marcato riferimento alla produzione pittorica, in particolar modo per quanto riguarda la composizione generale dell'insieme.
E' il teatro, tuttavia, a costituire il referente principale e, nel contempo, il tratto d'unione con la cultura barocca che produce tali opere.


Le quindici casse sono:


1 - La promessa del Redentore, di Filippo Martinengo (1777);




2 - L'Annunciazione, di Anton Maria Maragliano (1717 circa);




3 - L'orazione nell'orto, attribuita ad Anton Maria Maragliano (1728);




4 - Il bacio di Giuda, di Giuseppe Runggaldier (1926);




5 - Cristo legato alla colonna, di ignoto genovese (1728);




6 - La flagellazione, di scuola napoletana (acquistata nel 1623);




7 - L'incoronazione di spine, di Anton Maria Maragliano (1710);




8 - Ecce Homo, di Renata Cuneo (1978);




9 - Cristo cade sotto la croce, di scuola napoletana (acquistata nel 1623);




10 - Cristo spirante in croce, di Anton Maria Maragliano (1728 circa);




11 - Cristo morto in croce, di scuola romana (XVII secolo);




12 - La deposizione dalla croce, di Filippo Martinengo (1793);




13 - La pietà, di Stefano Murialdo (1833);




14 - La deposizione nel Sepolcro, di Antonio Brilla;




15 - L'Addolorata, di Filippo Martinengo.



- Testo tratto da Wikipedia e dal sito La processione di Savona - I Misteri del Venerdì Santo.
- Foto tratte dal sito La processione di Savona - I Misteri del Venerdì Santo.